FABIO CARESSA DIXIT:

IL CORAGGIO NON è MAI STATO NON AVERE PAURA.. LE PERSONE CORAGGIOSE SONO QUELLE CHE AFFRONTANO I LORO TIMORI,LE LORO INCERTEZZE,SONO QUELLE CHE LE RIBALTANO A LORO VANTAGGIO USANDOLE PER DIVENTARE ANCORA PIù FORTI.NEGLI OCCHI DEI NOSTRI OGGI FORSE C'è ANCHE UN PO' DI TIMORE, COME SEMPRE, QUANDO ARRIVI AL MOMENTO DECISIVO. E ALLORA CORAGGIO ARANCIO VERDI!

sabato, ottobre 29, 2005

FORZA E ONORE: BATTIAMOLI!

Se leggera ti farai
io sarò vento per darti il mio sostegno senza fingere e se distanza ti farai io sarò asfalto impronta sui tuoi passisenza stringere mai.

Se battaglia ti farai io starò al fianco per darti il mio sorriso senza fingere e se dolore ti farai io starò attento a ricucire i tagli senza stringere mai.

FUORI è UN GIORNO FRAGILE MA TUTTO QUI CADE INCANTEVOLE QUANDO LA CURVA E’ CON TE!
FUORI è UN GIORNO FRAGILE MA TUTTO QUI CADE INCANTEVOLE PERCHE’ LABIRINTO ALE’.

FORZA RAGAZZI, OLTRE I PUNTI OGGI, E' IN GIOCO L'ONORE.BATTIAMO IL D'AVERSA!

venerdì, ottobre 28, 2005

Laziale esce dal coma grazie all'ex Romanista Delvecchio

Frosinone, 28 ott. - "Forza amico mio, anche se nei derby qualche volta ho segnato gol contro la tua squadra, ora tu, segna il gol più grande. Quello della vita": queste le parole che l'ex giocatore della Roma Marco Delvecchio ha sussurrato per giorni all'orecchio di un 60enne, laziale, di Isola del Liri, ricoverato, in stato di coma profondo al Policlinico Umberto I di Roma. L'uomo, colpito da una improvvisa emorragia cerebrale, ha riaperto gli occhi una decina di giorni fa e per prima cosa ha chiesto agli allibiti medici e agli increduli moglie e figli, dove fosse Marco Delvecchio, il giocatore che "mi parlava mentre dormivo". In pratica, il pensionato, nonostante fosse in coma, ha recepito ed immagazzinato nella sua mente tutti i discorsi che l'ex attaccante giallorosso gli ha fatto in quella settimana. Delvecchio, arrivato nell'ospedale capitolino per assistere un cugino malato, si è prestato ben volentieri ad aiutare il ciociaro. "Sono stato io stesso - ci spiega Piero, figlio di Silvano Gemmeti - a chiedere al giocatore di aiutare papà. Anche laziale, infatti, mio padre è un suo grande fan ed ha sempre elogiato il suo modo di giocare. Marco Delvecchio ha immediatamente capito il problema e ci ha aiutato in questa lunga battaglia. I medici ci avevano dato poche speranze. L'unica soluzione, infatti, era quella di stimolare la sua mente. Ci siamo riusciti e presto papà tornerà ad essere la persona attiva e gioiosa che tutti conoscono. Questo sia da monito per tutti. Lo sport unisce anche se si amano squadre diverse e colori diversi".