FABIO CARESSA DIXIT:

IL CORAGGIO NON è MAI STATO NON AVERE PAURA.. LE PERSONE CORAGGIOSE SONO QUELLE CHE AFFRONTANO I LORO TIMORI,LE LORO INCERTEZZE,SONO QUELLE CHE LE RIBALTANO A LORO VANTAGGIO USANDOLE PER DIVENTARE ANCORA PIù FORTI.NEGLI OCCHI DEI NOSTRI OGGI FORSE C'è ANCHE UN PO' DI TIMORE, COME SEMPRE, QUANDO ARRIVI AL MOMENTO DECISIVO. E ALLORA CORAGGIO ARANCIO VERDI!

sabato, novembre 19, 2005

LABIRINTO vs COMMANDOS.Pronti a combattere!!!!!!!!!!!!


SANTA RETINA. Ci siamo. Il derby sta per iniziare. Noi siamo pronti a combattere. Questa dovrebbe essere la formazione:

GUARDALBEN (FONTANA)

ZAURI SALA CANDELA (CANINI STOVINI)

BONANNI FOGGIA ZAULI MANCINI (GALLO DALLA BONA)

IBRA VUCINIC ADRIANO (INZAGHI BRIENZA)


I TIFOSI SONO PRONTI..................ECCO.....ORA SROTOLANO GLI STENDARDI.........GUARDATE CHE SPETTACOLO DI COREOGRAFIE!!!!!!!!!!!!






E ALLA FINE E' QUESTA LA DICHIARAZIONE PIU' BELLA:

giovedì, novembre 17, 2005

Ricominciamo............



Santa Retina. "L'umido del campino oggi si fa sentire Mister." "Si ma non per questo noi allenare non ci dobbiamo.D'altronde di forma fisica manchiamo noi." Oggi si direbbe che questa è una squadra disperata. Non è così. Il Labirinto si sta regolarmente allendando. Aldair sta lavorando duro sulle gambe dei ragazzi. Alcuni curiosi si affacciano sulla valle. Cercano una polemica inutile: "Guarda quello.....fa finta". Ma l'ignoranza gioca brutti scherzi. Tommasi osserva fiero ciò che sta facendo Falcao. Paulo infatti gira curiosamente attorno al campo con un pallone. Un divertito Mancini lo raggiunge. Così fa anche Adriano. In poco tempo tutta la squadra sta correndo appresso ad un pallone: "Non si direbbe che siamo ultimi in classifica. Sembrano tutti allegri." fa notare un anziano tifoso: "Guarda che Falcao è un tipo serio. Con lui si lavora." Al ritmo di "Photograph" dei Nickelback la squadra scatta improvvisamente verso la porta.
Coordinatamente tutti i giocatori calciano lo strumento.
Ne sussegue un artistico miscuglio di sfere in aria. La folla applaude convinta. Il Labirinto è in forma. Un felice Tommasi si ferma ai microfoni di RadioLabirinto e spiega: "La pausa è servita ma il problema è un altro. Domenica Ibra gioca contro la Roma, Vucinic contro il Siena, Adriano con il Parma. In difesa mancano Chivu,Natali e Legrottaglie. Ma sono sicuro che chi scenderà in campo darà il meglio di se, perchè questo è un derby da vincere. Non ci sono scusanti." "Ma il Commandos è forte, purtroppo, ci daranno filo da torcere." dice Falcao "Mi aspetto un grande DIO. E' lui il nostro "avversario" più temibile, ma anche Sheva può essere pericoloso.". Il buio culla il campino. Candela passa di qui con la sua borsa, si ferma e ci dice: "Sabato che partita c'è?" "Roma-Juve " rispondo io:"E Domenica?" "Labirinto- Commandos" e lui:"Guarda un po' che scherzi fa il destino"

domenica, novembre 13, 2005

LA STORIA DELL'ASTA: MA QUELLA DELLE FLEBO!!



CoredeRoma ha messo a segno un altro scoop.
Complice un trasloco presso il campo di allenamento di una nota società del nord, il nostro inviato Big Luc è riuscito ad introdursi nello spogliatoio potendo intervistare un oggetto che la sa lunga: l’asta che regge le bocce delle flebo.
Per questioni di riservatezza e anche di prudenza non possiamo rivelare il nome della squadra. Possiamo dire che i colori sociali sono il bianco e il nero e che il monumento principale della città ha una certa mole.
Di seguito l’intervista:


CdR: Possiamo farle alcune domande?

Asta: Dice a me?

CdR: Si.

Asta: Vorrei sapere perché ha scelto proprio me, ci sono almeno una decina di colleghe aste.

CdR: L’abbiamo scelta perché era un po’ scrostata, ci scusi per la franchezza, ma qua in mezzo sembrava la più vecchia e quindi quella con più cose da raccontare.

Asta: Ha ragione. Lo sono. Nessuna cromatura è eterna, ma quelle di oggi reggono anche meno.

CdR: Ok, come la posso chiamare.

Asta: Guardi il mio nome tecnico è “asta per flebo” ma mi chiami semplicemente asta.

CdR: Parente con il giocatore?

Asta:Spiritoso. Assolutamente no. Siamo una famiglia numerosa, longilinea e con varie applicazioni. Abbiamo per lo più attività stanziali. Pensi che alcune di noi stanno piantate per terra per anni con una bandiera che scorre su e giù, altre sorreggono lampadine, sono snob e si fanno chiamare lampioni. Abbiamo comunque a che fare con il genere umano sin dall’asilo. Anche a scuola la prima cosa che si fa sono le aste.

CdR: Non divaghiamo. E’ molto che si trova in questo spogliatoio? E quale è il suo ruolo?

Asta: Si è parecchio. Con un paio di traslochi sono quasi cinquant’anni. Dai tempi di Boni….

CdR: Ooopsss! Avevamo detto che non facevamo nomi.

Asta: Ha ragione mi scusi.

CdR: Comunque cinquant’anni se li porta bene. Complimenti.

Asta: La ringrazio per il complimento, classe di ferro (oscilla).

CdR: Le chiedevo cosa ci fa lei in uno spogliatoio?

Asta: Che cosa pensa lei che io ci faccia? Il mestiere mio: reggo le bocce delle flebo.

CdR: Ma non le sembra un po’ inusuale, stiamo in uno spogliatoio, lei è un oggetto più sanitario, ci scusi.

Asta: Senta (adesso la vibrazione si fa più impaziente) non è che uno poi possa molto scegliere nella mia condizione. Ti comprano e ti mettono dove vogliono loro. Poi mi hanno detto che recentemente i giornali hanno cominciato a definire questo spogliatoio una infermeria. Quindi tanto fuori posto non sono.

CdR: Si ma non si faccia pregare, ci dica qualcosa. Ne avrà viste di cose lei. O no?

Asta: Certo che ne ho viste. E siete anche fortunati ad intervistare me. Gli usabili non vi avrebbero potuto dire nulla.

CdR: Gli usabili?

Asta: Si. Le bocce delle flebo, le cannule, gli aghi per le endovene. Quelli si prendono e si buttano. Al massimo i giocatori li vedono una volta. Io invece sto sempre qui e posso testimoniare. Potevate intervistare il laccio emostatico ma lui casca e pende. Sta sempre raggomitolato sul comodino. Un asociale che si accorcia e si allunga secondo le convenienze. Io invece sono sempre stata tutta di un pezzo.

CdR: La usano spesso?

Asta: Direi quotidianamente. Mi portano in mezzo ai lettini, mi attaccano due bocce di fisiologica, ci buttano dentro un po’ di medicinali e io reggo tutto per una mezzora. Poi si ricomincia.

CdR: Ma chi ci sta sui lettini?

Asta: Dicono che i romani siano svegli ma lei non mi sembra appartenga a questa specie. Chi vuole che ci sia? I giocatori no?

CdR: Ma perché sono malati?

Asta: Scusi ma lei ha fatto tutta questa strada per coglionare proprio me? Certo che non sono malati. Vorrei essere io muscolosa come loro, invece sono sempre stata magrina.

CdR: Allora se non sono malati, lei si sarà fatta sicuramente una opinione, avranno qualche altro scopo terapeutico.

Asta: Seh….lallero! (Oscilla impaziente e comincia a snocciolare una lunga sequela di nomi di sostanze medicinali in odore di doping) secondo lei tutta questa roba si fa per quale motivo?

CdR: Mah, forse per alterare la prestazione sportiva (azzardiamo)?

Asta: Questo l’ha detto lei!

CdR: Comunque sui farmaci l’ho vista informata.

Asta: Certo. E’ la sindrome dell’orecchiante. Anche gli infermieri, alla fine, ne sanno più dei dottori.

CdR: Ma perché tra loro ne parlano?

Asta: Mi scusi, ma lei si farebbe fare una flebo senza sapere cosa c’è dentro?

CdR: Io no.

Asta: E neanche loro..stia tranquillo.

CdR: Quindi lei mi vorrebbe far capire che c’è una sorta di connivenza. Ma qualcuno si è mai rifiutato?

Asta: Per la connivenza faccia lei, per il resto invece le posso dire che alcuni si sono rifiutati.

CdR: Lei sa che fine hanno fatto?

Asta: Ma sono durati poco, dopo un po’ hanno fatto fagotto e hanno cambiato aria.

CdR: Ma secondo lei i dirigenti sono anche loro d’accordo?

Asta: Perdoni il luogo comune, ma il pesce puzza sempre dalla testa. Qua ce ne vengono sempre un paio pelati e uno con i capelli bianchi. Ho sentito che li chiamano la triade. Gente trista assai. Mi creda.

CdR: Beh quello che ci dice è grave. Lo sa che la squadra è stata portata in tribunale?

Asta: Ma va? Me l’ero immaginato che prima o poi sarebbe finita così. Una volta sono venute anche le guardie a perquisire e a svuotare gli armadietti della farmacia.

CdR: Ma lei è stato mai interrogata dalla giustizia?

Asta: Noi siamo cose, non ci chiama mai nessuno. Quante volte avrà sentito dire “Ah, se queste mura potessero parlare!”. Beh, sa che le dico? Le mura vorrebbero parlare ma nessuno le interroga. Forse perché di carattere sono un po’ chiuse.

CdR: Senta, ci scusi se siamo diretti, ma lei che ne pensa del doping?

Asta: Io sono un’asta professionista. Non ho opinioni. Mi danno da reggere delle cose e io le reggo. Mi attaccano le flebo a due a due e io le supporto. Sto ferma. Non oscillo. Cerco di fare bene il mio lavoro.

CdR: Quindi non si vuole pronunciare?

Asta: No è inutile. Qua è sempre stato così e anche nel futuro sarà così. Che cambia? Mi faccia l’ultima domanda, fra un po’ arrivano tutti e non mi va che mi infilino in un sottoscala o mi diano via a qualche rigattiere.

CdR: Ha dei rimpianti?

Asta: Certo! Mi sarebbe piaciuto lavorare in ospedale. Avrei retto le flebo a gente che aveva bisogno davvero e non a questi giovanottoni pompati e un po’ ignoranti.

CdR: Lei ci ha risposto con cortesia ma ci faccia l’ultima confessione, non è che ci ha detto queste cose per partigianeria.

Asta: Anche se ho perso l’accento io sono nata a Piombino, ha presente l’acciaieria, ecco io sono stata creata li, poi sono stata cromata a Cecina. Ho sempre tenuto per il Livorno.

CdR: Allora ci salutiamo qui.

Asta: E’ stato un piacere. Non capita spesso che la gente si fermi a parlare con le aste o con i nostri cugini pali. Sa, quando lo fanno, li prendono per matti.

Abbandoniamo la nostra testimone e lo spogliatoio. Ci accoglie il tepore di questa solare città. Mentre andiamo verso il parcheggio incrociamo un gazzellone triste che sta per migrare altrove.
Ma quello è Ze……
Zitto! Non si fanno nomi.